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Fiabe antiche e popolari d'Italia

Fiabe antiche e popolari d'Italia.
Testi originali con traduzione a fronte e note di lettura a cura di Adalinda Gasparini e Claudia Chellini
Santancargelo: Foschi Editore 
 

Veneto Sicilia Toscana Emilia-Romagna Sardegna Campania Lombardia Lazio Calabria
               
Friuli Venezia Giulia             


Le fiabe più antiche sono italiane: pubblicate nel Cinquecento a Venezia e nel Seicento a Napoli,  vi hanno attinto Perrault e i Fratelli Grimm. L’Italia può inoltre vantare un formidabile patrimonio di fiabe popolari, raccolte sul campo fra Otto e Novecento, dal quale Calvino ha tratto le sue Fiabe italiane. Con la collana Fiabe antiche e popolari d’Italia, ci proponiamo di divulgare questo patrimonio, affiancando ai testi dialettali di ogni regione una nuova traduzione. Le fiabe - letterarie e popolari - che si sono formate nel corpo a corpo fra popoli colonizzatori e colonizzati, sono insuperabili per pregnanza, varietà di motivi e potenza narrativa. Vero nutrimento per la mente di chi cresce, incantano come in passato le nuove generazioni.

 



     
Friuli Venezia Giulia

- Piereto buseto,
Bùtimi ju un pereto
cu le sante manime d'oro!
- Ma no jo, - disèl Pierissùt - viodinle cussì brute.
- Làit in là, che mi fasèis pòure.
(Pierissùt)

L'Italia, ponte nel Mediterraneo, ha dato tradizioni e narrazioni all'Europa intera, e tante ne ha ricevute, attraverso guerre e scambi commerciali con gli altri popoli. Il Friuli Venezia Giulia ha un primato in questo senso, non solo per il friulano, che varia di città in città, ma anche per il suo ricchissimo patrimonio di lingue locali, apparentate con il provenzale, il tedesco, le lingue slave, il ladino....Ma quel che più importa a noi che cerchiamo fiabe, è la varietà e la bellezza delle storie friulane in ogni lingua e dialetto, che spesso raccontano con sagacia e umorismo l'indipendenza da qualsiasi autorità. Anche Gesù e San Pietro si trovano spesso nelle fiabe e trasformano principesse  e contadini  come le fate, i maghi e gli animali magici.

 

Indice

Ornella Sardo introduce questo volume delle Fiabe italiane antiche e popolari

1. Meni Fari (friulano) / Mani Fari
2. Pierissùt (friulano carnico) / Pieruccio
3. La mari di San Pieri (friulano) / La madre di San Pietro
4. La fie e la fiastre (friulano) / La figlia e la figliastra
5. La cjamese de l’om content (istroveneto) / La camicia dell'uomo contento
6. I tri fardai (istriano) / I tre fratelli
7. Biela Fronte (istriano) / Bella Fronte
8. Andrianiela (rovignese) / Andrianiela
9. La Konzazénera (ladino istriano) / Cenerentola
10. Storia de le fade e de un pastor de Beska ne l'isola de Veja (veglioto) / Storia delle fate e di un pastore di Beska nell’isola di Veja
11. L'amur dei tri narançi (rovignese) / L’amore delle tre arance
12. La zialla e la furmia (muglisano) / La cicala e la formica
13. La Duaicessa (resiano sloveno) / La duaicessa
14. Parabola del figliol prodigo (triestino, tergestino, saurano, bisiaco, italiano)
15. Canti ladino-istriani


(Next to come)


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Copertina Calabria

Chisti si maritaru e, doppu lu festinu e lu pranzu, si chiudiru nta a loru stanza. Si curcaru. Eccu, c’a menzanotti si apri la porta e trasi nu nimali cu setti testi, mi si li mangia. Lu giuvani nascostu sutt’ò lettu, chi si tenìa prontu, cu la sò sciàbula nci tagghiàu, a una a una tutti li setti testi e l’ammazzau. (La ricotta janca)

La raccolta regionale di Letterio di Francia, dalla quale abbiamo tratto quasi tutte le fiabe calabresi, è una delle più belle. Questo piccolo libro custodisce come uno scrigno le fiabe, alcune delle quali fanno risuonare le lingue antiche delle isole alloglotte occitana e albanese. E ancora altri gioielli: canti d’amore e ninne nanne dolci come il miele in grecanico, vive testimonianze di antiche civiltà poco ricordate. L’ultimo gioiello è il dono di un teologo francescano secentesco, che, citando autori antichi ci racconta fra l’altro che Ascanez, pronipote di Noè, navigando dalla Palestina si fermò con tutto il suo seguito in Calabria, sedotto dalle sue incomparabili ricchezze. La regione è tanto bella da ricordare il paradiso perduto, vi abbondano le verdure delle dilitiosissime piante, si producono in abbondanza mirabile i più belli e soavi frutti, quali mai da ingegno humano si possono imaginare, da lingua esplicare, e da delicata penna scrivere. Una favola.

   

Indice

Intervista impossibile a Letterio di Francia
1. Chiocca d’oru / Chioccia d'oro

2. La ricotta janca / La ricotta bianca
3. Trimi e llinderna / Il giovane e la lanterna (albanese, isola alloglotta)
4. La Bella di sette veli / La Bella dei sette veli
5. I tri cicorari / Le tre cicoraie
6. Mastrou Bëninhë / Mastro Benigno (occitanico, isola alloglotta)
7. L'acqua di l'occhi e la Bella di setti veli / L'acqua degli occhi e la Bella dei sette veli
8. Canti grecanici (grecanico, isola alloglotta)
9. Favolosa Calabria

(2023)


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Copertina Lazio- Rana, Rana!
Quant’ècchete che ddar fonno der fosso se sentì arisponne:
- Chi è cche mme chiama?
- Nicolin che ppoco t’ama.
- M’amerai quanno bbella me vederai. Che vvoi da me?
Je domannò la ranocchia.
E llui allora je disse ch’er padre volenno ammojà li tre fiji, j’aveva dato ’na palla peròmo e cche la sua era ita a ccascà drent’a quer fosso.
- Dunque - dice - te so’ vvienuto a ddì cche ttu sei la mi’ spósa.
E llei j’arispose, dice:
- Va bbene; quanno me voi, viemme a pijà. (Rana rana)

Il romanesco, come il toscano che ha influito sulla sua formazione, è tanto simile all'italiano che non è stato necessario tradurre le fiabe della raccolta di Giggi Zanazzo, forse una delle più belle fra le raccolte regionali, certo la più ricca di umorismo. Oltre al gusto che danno a chi vive nell’area del romanesco, queste fiabe sono gustose anche per tutti gli altri: le fiabe popolari nella lingua originale fanno sentire sapori e ritmi narrativi salvandoli dall’oblio. Lingue parlate da pochi, che sono per l’italiano una fonte ricchissima, varie come la cucina, le conserve, i vini, i salumi, i formaggi...
A Roma si possono gustare tante specialità fra le quali anche i carciofi alla giudia: qui si gustano tante fiabe, fra le quali anche tre sonetti in giudaico romanesco. Che banchetto delizioso e vario!

 

Indice

Avvertenza di Giggi Zanazzo
1. Rana rana
2. Bel Miele e Bel Sole
3. Er vaso de persa
4. Gli tustamintu du 'na fata / Il testamento di una fata
5. La torta
6. Er Surtano
7. Belinda e er Mostro
8. Er matto
9. Gli Giagantu / Il Gigante
10. Le ventiquattro fije
11. Er bambaciaro
12. Li tre sordati
13. Lo specchio
14. La Fata Morgana
15. La schiavetta
16. I nomi d'aa gente

(2022)


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Copertina Lombardia-  Quand l'è entrada in sala de ball la, la ved i so sorell. Gh'è là el fioeu del Re; apenna che le ved, el dis:
- Oh che bella figura! Che bella giovina! Come l'è missa de bon gust! 
E la toeu su a ballà. Lee, la balla. 
Lu, el fioeu del Re, el ved che la gh'è pu, tutt foeura de lu: 
- Pover a mì, pover a mì! Se el saveva, ghe andava adrèe almen a mettela in carrozza. (Scindirin-Scindiroeu)

Sono poche le raccolte di fiabe dialettali lombarde, noi abbiamo deciso quindi di attingere al gruzzoletto di ventotto fiabe raccolte a Milano e dintorni dal napoletano Vittorio Imbriani, che le aveva stenografate facendosele raccontare da contadine, operaie e domestiche analfabete. Il grande studioso le fece stampare a Bologna nel 1872 in appena quaranta esemplari, poi, nel 1877, le inserì nella più ampia Novellaja fiorentina, che comprendeva uno straordinario apparato storico e filologico. Fra le fiabe dialettali disponibili, figurano in questo volume le più belle, per la freschezza che non si attarda nei convenevoli tra i personaggi, e abbrevia i passaggi necessari per arrivare al lieto fine, con un umorismo che i lombardi riconosceranno come un pregio della loro tradizione popolare.

 

Indice

Prefazione impossibile a Vittorio Imbriani
1. Scindirin-Scindiroeu/ Cenerin Cenerella
2. El Corbattin / Il Corvetto
3. L'Ombrion/ L'Ombrone
4. I tre tosànn del re/ Le tre figlie del re
5. La Scindoreura/ La ceneraia
6. El sidellin/ Il secchiello
7. I tre naranz/ I tre aranci
8. La Stella Diana/ La Stella Diana
9. El Tredesin/ Tredicino
10. La regina in del desert/ La regina nel deserto
11. La storia del pestù d'or/ La fiaba del pestello d'oro

(2022)


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Copertina Campania- A Dio messere, che se fa? Comme staie? Vuoi niente? Quanto n’c’è da ccà a lo luoco dove aggio da ire? 
L’uorco che sentette sto trascurso da palo ‘n perteca, se mese a ridere, e perché le piacquette l’omore de la vestia, le disse: -  Vuoi stare a patrone?
Ed Antuono leprecaie: - Quanto vuoi lo mese?
E l’uorco tornaie a dire: - Attienne a servire ‘noratamente, ca sarimmo de convegna e farraie lo buono iuorno. (Trattenimiento primmo de la jornata primma)

L’Italia ha con il secentesco Cunto de li cunti la prima raccolta di fiabe pubblicata al mondo, e la più bella. Non c’è regione italiana le cui fiabe non debbano qualcosa al Cuntoe anche i narratori più famosi, come Perrault e i Fratelli Grimm, hanno attinto motivi e intere fiabe a questa raccolta.
Questo volume dedicato alla Campania contiene dieci fiabe che sono le prime versioni di altrettante fiabe famosissime, come Cenerentola, La Bella addormentata, Rapunzel. La lingua di Basile è un napoletano sia popolare sia colto, barocco, fiammeggiante, con cambi di registro dal comico al tenero al grottesco, che fanno pensare al suo coetaneo Shakespeare. Chi apre questo libro difficilmente lo chiuderà prima di aver gustato alla fonte le fiabe più amate che ancora fra bambini e adulti si raccontano in tutto il mondo.

 

Indice

Prefazione impossibile di Adriana Basile, sorella di Giambattista, autore del Cunto de li cunti
1. La Gatta cennerentola / La Gatta cenerentola (Cenerentola)
2. Ninnillo e Nennella / Nini e Nina (Hänsel e Gretel)
3. Petrosinella / Prezzemolina (Rapunzel)
4. L'orza / L'orsa (Pelle d'asino)
5. Gagliuso (Il Gatto con gli stivali)
6. La serva d'agli / La foresta d'agli (Fantaghirò)
7. Lo cunto dell'uerco / La fiaba dell'orco (Il ciuchino caca-zecchini)
8. Le tre Fate (Il Gatto Mammone, ovvero La bella e la brutta)
9. La papara / La papera (L'oca d'oro)
Sole, Luna e Talia (La Bella addormentata nel bosco)

(2021)


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Copertina SardegnaPassat una femmina chi bendiat scarpinus totu ricamaus in oru; pigat issa e da zerriat, e si ndi misurat una pariga; comenti si nd'intrat unu, di mancat su respiru; si ponit s'atru, e arrui a s'atra parti.
Cussa femmina si nd'est andara; eccu chi benisti is bandius po da portai a sa festa e d'ancontranta morta, si poninti a prangi e subitu di fainti unu nicciu di fainti ponni unu birdi, e da poninti in sa porta. (Is trasgi bandius)

Contos de fochile - racconti da focolare -, con questo dolce nome che rievoca tutta la tiepida serenità delle serate famigliari passate accanto al paterno camino, da noi vengono chiamate le fiabe, le leggende e tutte le narrazioni favolose e meravigliose, smarrite nella nebbia di epoche diverse dalla nostra. Il popolo sardo, specialmente nelle montagne selvagge e negli altipiani desolati dove il paesaggio ha in se stesso qualcosa di misterioso e di leggendario, con le sue linee silenziose e deserte o con l'ombra intensa dei boschi dirupati, è seriamente immaginoso, pieno di superstizioni bizzarre e infinite. (Grazie Deledda) 
Queste fiabe testimoniano della fantasia con la quale il narratore - e i suoi ascoltatori - hanno coltivato e tramandato la varietà delle parlate sarde, tra le quali sono vere e proprie perle le fiabe alloglotte, tabarchina e catalana, di comunità formate dai discendenti di antiche migrazioni di popoli che si rifugiarono in Sardegna, dove trovarono una nuova patria.

 

 Indice

Prefazione impossibile si Grazia Deledda
1. Sa bitella de dos corros d'oro / La vitella dalle corna d'oro
2. La Rundalja de Belindu lu mostru / Belindu il mostro (algherese, isola alloglotta)
3. U Sciaixettu / Cecino (tabarchino, isola alloglotta)
4. Is tresgi bandius / I tredici banditi
5. La parlitoria de su puzzone ildhe / La favola dell'uccello verde
6. La lampana de oro / La lampada d'oro
7. Maria Intaulata / Maria Intavolata
8. Lu babborcu / Il Babborco
9. Crimintinu
10. Nostra Signora del Buon Consiglio

(2020)


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Copertina Emilia-Romagna

Quand la fò fora ad porta e ch la vèst che quest u la seguiteva la i dèss, par carité, ch un andess dri a lì, parchè lì l’andeva a fes magné da e dregh e che la stessa sorta la sreb tucheda a chi ch’andeva dri a lì. Lò e’ dess che s l’andeva a fes magné, lì, l’era cuntent ad fess magné cun lì. (Il drago dalle sette teste)

Se è napoletano il primo libro di fiabe del mondo, è bolognese la sua prima traduzione integrale delle sorelle illuministe Zanotti e Manfredi. Grazie a questa opera, purtroppo finora poco conosciuta, le cinquanta fiabe della raccolta hanno avuto una larga diffusione nella tradizione popolare dell’Emilia e della Romagna.
Questo volume ne dà ampia testimonianza, rendendo nuovamente accessibili, insieme ad alcuni racconti della traduzione settecentesca, fiabe raccolte nell’Ottocento in Emilia e in Romagna dalla viva voce del popolo.

 

Indice

Intervista impossibile delle curatrici alle sorelle Manfredi e Zanotti
Avvertimento al lettore delle sorelle Zanotti (dalla Ciaqlira dla Banzola)
1. Cindrella / Cenerentola
2. Al ladr'unurà / Il ladro onorato
3. E dregh dal sett test / Il drago dalle sette teste
4. La fola del candlir / Il candeliere
5. L'om salbadgh / L'uomo selvatico
6. La fola di tri Prencip Bisti / I tre principi bestie
7. La fola di Bianca come neve e rossa come sangue / Bianca come neve e rossa come sangue
8. La mama ad S. Pir / La mamma di San Pietro
9. La fola del Muretein / Il Morettino
10. La maledizion de set fiù / La maledizione dei sette figli
11. La columbena bianca / La colombina bianca

(2019)


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Copertina ToscanaArrivò al palazzo, fece scaricare questo cavallo, e fece portare questa scatola nella sua camera per dormire, poi chiamò la madre e gli disse: "Madre mia, io sono andato a caccia, ma mi sono trovata la moglie" - "Ma cos'è, una popa, una morta?" - "Madre mia, - rispose il figlio, - lei non s'interessi di quello che è: questa è mia moglie". (La scatola di cristallo) 

Questo volume contiene fiabe antiche e popolari senza traduzioni a fronte, unico nella collana: le fiabe raccolta in Toscana sono comprensibili per tutti gli italiani, come il grande capolavoro di Collodi. Insieme alla Sicilia, la Toscana è la regione più ricca di raccolte, particolarmente belle, scritte anche da insigni studiosi non toscani, come il napoletano Vittorio Imbriani e il siciliano Giuseppe Pitrè. Vi si trova l’ironia lieve e arguta di Collodi, che prima di dar vita a Pinocchio tradusse le fiabe francesi da par suo. Se il francese Perrault conclude il Gatto con gli Stivali esortando i giovani ad aver fiducia nel grande successo che si può ottenere col lavoro e l’ingegno, Collodi molto toscanamente aggiunge che questa morale è proprio adatta ai gatti e ai marchesi di Carabas.

 

Indice

Introduzione impossibile di Collodi
1. La Cenerentola
2. Il re Porco
3. La Prezzemolina
4. Giovannino senza paura
5. Il canto e il Sòno della Sara Sibilla
6. Cicerchia o i ventidua ladri
7. La scatola di cristallo
8. La Regina Marmotta
9. Il Mortajo d'oro
10. Barba-blu
11. Occhi-Marci
12. La Maga
13. Il Gatto con gli stivali
14. Soldatino
15. Il Gatto Mammone
16. L'aquila d'oro

(2019)


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Copertina Sicilia «Rusidda, tu veru lu vô’ sapiri comu io mi chiamu?» - «Sì, sì, sì!» - «Ora vidi ca io mi chiamu lu Re d’Amuri!» e dicennu accussì, spirisci iddu, spirisci lu vacili, spirisci  lu palazzu, e Rusidda si trova jittata ‘nta ’na chianura senza un’arma chi l’ajutassi. (Lu Re d'Amuri)

Non è un caso se la Sicilia, ricca di una insuperabile tradizione letteraria per la lontana origine della poesia e della lingua italiana e per i suoi scrittori, ha avuto il più grande tra gli studiosi raccoglitori di fiabe: Giuseppe Pitrè.
Introducendo il primo dei quattro volumi di fiabe della sua raccolta, dalla quale abbiamo trascritto e tradotto dieci fiabe, così descrive la "più valente" delle sue narratrici: "Da fanciulla ebbe raccontate da una sua nonna, che le aveva apprese dalla madre e questa, anche lei, da un suo nonno, una infinità di storielle e di conti; avea buona memoria, e non le dimenticò mai più. [Il suo linguaggio è] pieno d'inspirazione naturale, a immagini tutte prese agliagenti es terni, per le quali diventano concrete le cose astratte, corporee le soprasensibili, vive e parlanti quelle che non ebbero mai vita o l'ebbero solo una volta."

 

Indice

Intervista impossibile delle curatrici a Giuseppe Pitrè
1. Lu Re d'Anìmmulu / Il Re d'Arcolaio
2. Sfurtuna
3. Lu Re d'Amuri / Il Re d'Amore
4. Catarina la Sapienti / Caterina la Sapiente
5. Rosamarina / Rosmarina
6. Li figgi di lu cavuluciddaru / Le figlie dell'erbaiolo
7. La grasta di lu basilicò / Le foglie del basilico e le stelle del cielo
8. La sora di lu Conti / La sorella del conte
9. Dammi lu velu! / Dammi il velo!
10. Gràttula-Beddàttula / Dattero Beldattero (Cenerentola)

(2018)


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Copertina VenetoLa poavola, vedute le superbe nozze di l'una e l'altra sorella, e il tutto aver sortito salutifero fine, subito disparve. E che di lei n'avenisse, mai non si seppe novella alcuna. MA giudico io che si disfantasse, come nelle fantasme sempre avenir suole. (La poavola)

Questo volume dedicato al Veneto è composto per la maggior parte da fiabe letterarie. Si rende così onore all'opera cinquecentesca del misterioso Giovan Francesco Straparola, che per primo le incluse in una raccolta di novelle. Nella sua opera, pubblicata a Venezia e presto divenuta un best seller europeo, si trovano le versioni più antiche di fiabe molto amate, come Il Gatto con gli stivaliLa Bella e la bestiaGiovannin senza paura.

 

Indice

Introduzione impossibile di Giovan Francesco Straparola
1. La Gatta / La Gatta senza stivali
2. L'huomo selvatico / L'uomo selvatico
3. Biancabella e la biscia sua sorella
4. Re porco
5. El re Buffon
6. Brancaleone
7. La poavola / La bambola Poavola
8. Flamminio senza paura
9. La conza-senare / La Cenerentola
10. La bella prigioniera
11. L'ugel bel verde / L'Augel Belverde
12. Tre giovani figliuoli del re di Serendippo / Serendipity

(2018)


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