Page 12 - L'Augel Belverde
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Lionella, ed egli la Chiaretta. E lasciato l’andare alla
      caccia, tutti ritornorono a casa, dove furono fatte le
      pompose nozze.
      Queste nozze assai dispiacquero alla madre del re, perciò
      che, quantunque la fanciulla fusse vaga d’aspetto,
      formosa di viso, leggiadra della persona, ed avesse un
      ragionare di dolcezza pieno, non però era convenevole
      alla grandezza ed alla potenza del re, per esser feminella

      vile, abbietta e di minuta gente; né poteva in maniera
      alcuna la madre patire che uno maestro di casa ed uno
      cameriere fussero detti cognati del re suo figliuolo. Onde
      tanto crebbe l’odio alla suocera contra la nuora, che
      quasi non la poteva sentire, non che vedere; ma pur, per
      non contristare il figliuolo, teneva l’odio nel petto
      nascosto.

      Avenne, sí come piacque a colui che ’l tutto regge, che la
      reina s’ingravidò. Il che fu di sommo piacere al re, il
      quale con grandissima allegrezza aspettava di vedere la
      gentil prole de’ figliuoli che gli erano sta’ promessi da
      lei. Al re, dopo alquanti dí, accadette di cavalcare
      nell’altrui paese, e ivi per alcuni giorni dimorare: e
      perciò la reina e li figliuoli, che di lei nasceranno, alla
      attempata madre instantissimamente raccomandò. La
      quale, quantunque la nuora non amasse né veder la

      volesse, nondimeno di averne buona cura al figliuolo
      largamente promise.


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